Sun City, una perla di intrattenimento situata in Sudafrica, è stata il palcoscenico di un intenso conflitto tra l’industria dello spettacolo e la lotta contro l’apartheid.
Nato nel 1979 per opera del magnate del settore turistico Sol Kerzner, Sun City era inizialmente concepito come un paradiso di lusso in stile Las Vegas, ma con una controversa distinzione. Situato nello stato del Bophuthatswana, uno dei territori dell’apartheid sudafricano, aveva ottenuto normative speciali che consentivano il gioco d’azzardo e spettacoli di ballerine in topless, entrambi proibiti altrove nel paese. La sua posizione strategica nei pressi di Pretoria e Johannesburg lo rendeva una destinazione irresistibile per molte persone.
Tuttavia, il resort si trovava al centro di una fitta rete di sanzioni internazionali e critiche globali. L’apartheid era una macchia indelebile nella storia sudafricana, e Sun City era visto come un simbolo di sfida a queste sanzioni. Pressioni culturali e politiche hanno portato molte celebrità a rifiutare ingaggi milionari per esibirsi lì.
La svolta è giunta nel 1985 con “Artists United Against Apartheid” e la creazione del brano “Sun City”. Artisti di fama mondiale come Bruce Springsteen, Bob Dylan, e molti altri hanno unito le loro voci in una protesta aperta contro l’apartheid. La canzone ha denunciato apertamente la segregazione razziale e l’ipocrisia dell’industria dello spettacolo che aveva precedentemente ignorato il problema.
Con il progressivo declino dell’apartheid e l’evoluzione della situazione politica nell’ex stato del Bophuthatswana, Sun City ha visto attenuarsi le controversie e le restrizioni. La fine del regime razziale ha riportato il resort nell’ambito del turismo internazionale.
Questo capitolo complesso della storia di Sun City riflette il potere dell’arte nell’affrontare temi politici e sociali importanti. La musica e la protesta si sono fuse in una dichiarazione di cambiamento, dimostrando che l’arte può essere un faro nella lotta per la giustizia.
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#Artists United Against Apartheid è un progetto voluto da Little Steven Van Zandt, autore della canzone, e dal produttore Arthur Baker per protestare contro il regime dell’apartheid in Sudafrica. Nato nel 1985 sulla scia di eventi come Band Aid (“Do They Know It’s Christmas”) e, soprattutto USA for Africa (“We Are The World”), nel brano gli artisti dichiaravano la loro indisponibilità ad esibirsi nel resort di Sun City e, per estensione, in Sudafrica fino all’abbandono del sistema dell’apartheid. Al progetto parteciparono Miles Davis, Kool DJ Herc, Grandmaster Melle Mel, Rubén Blades, Bruce Springsteen, Bob Dylan, Pat Benatar, Herbie Hancock, Ringo Starr col figlio Zak Starkey, Lou Reed, Run-D.M.C., Peter Gabriel, Bob Geldof, Clarence Clemons, David Ruffin, Eddie Kendricks, Darlene Love, Bobby Womack, Afrika Bambaataa, Kurtis Blow, The Fat Boys, Jackson Browne, Daryl Hannah, Peter Wolf, U2, George Clinton, Keith Richards, Ronnie Wood, Bonnie Raitt, Hall & Oates, Jimmy Cliff, Big Youth, Michael Monroe, Stiv Bators, Peter Garrett (cantante dei Midnight Oil), Ron Carter, Ray Barretto, Gil Scott-Heron, Nona Hendryx, Lotti Golden, Lakshminarayana Shankar e Joey Ramone, Ringo Starr, Zak Starkey e Tony Williams alla batteria, Pete Townshend, Stanley Jordan, Keith Richards, Ron Wood alle chitarre, Clarence Clemmons al sassofono, Miles Davis alla tromba, Herbie Hancock, Richard Scher, Robbie Kilgore, Zoe Yanakis alle tastiere, Doug Wimbish al basso e Ron Carter al contrabbasso. Il video che accompagna il singolo è stato diretto da Jonathan Demme
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