James Joseph Brown Jr., meglio conosciuto come James Brown, è nato il 3 maggio 1933 in una baracca nelle campagne della Carolina del Sud, anche se in seguito affermò di essere nato a Macon, in Georgia. Figlio di Joseph Gardner Brown (1912–1993) e Susie Behling (1916–2004), crebbe ad Augusta, in Georgia, in condizioni difficili. Fin da piccolo lavorò come raccoglitore di cotone, lustrascarpe e guadagnando mance dai soldati neri stazionati in città. Dopo essere stato abbandonato dalla madre, il padre lo lasciò in “affidamento” in un bordello, dove Brown fu incaricato di attirare clienti ancora prima di diventare adolescente.
Brown iniziò a esibirsi in locali della zona, pur commettendo piccoli crimini. A 16 anni fu arrestato per rapina a mano armata e inviato in un riformatorio a Toccoa, in Georgia. Qui conobbe Bobby Byrd, che sarebbe diventato un collaboratore di lunga data nella sua futura carriera come “Padrino del Soul”. La famiglia di Byrd aiutò a ottenere la libertà condizionata di Brown dopo tre anni, a condizione che non tornasse ad Augusta o nella contea di Richmond.
Brown mostrò interesse per lo sport, in particolare per il pugilato e il baseball, ma dovette abbandonare lo sport competitivo a causa di un infortunio alla gamba. Si dedicò quindi a tempo pieno alla musica, influenzato dal gospel che ascoltava in chiesa, così come dallo swing, jazz e rhythm & blues.
Alla fine degli anni ’40, Brown debuttò davanti a un grande pubblico con i Gospel Starlighters. Dimostrò il suo talento non solo nel canto, ma anche suonando la batteria, l’organo e il pianoforte.
Nel 1972, James Brown sostenne la presidenza di Nixon, una decisione che gli costò popolarità poiché i suoi singoli faticarono a raggiungere le posizioni di punta che un tempo avevano ottenuto. Anche il boom della disco music lo mise in
difficoltà, ma la sua breve apparizione come predicatore invasato nel film “The Blues Brothers” ravvivò il suo appeal. Più tardi apparve in “Rocky IV”, eseguendo “Living in America”.
Negli anni ’80, Brown collaborò con Afrika Bambaataa nel successo “Unity” e apparve su Telemontecarlo, riflettendo sulla musica degli anni ’70 e ’80. Continuando a esibirsi dal vivo e in studio, Brown influenzò la rivalità tra Prince e Michael Jackson, considerandoli i suoi successori. Fu attivo nei diritti umani, in particolare sostenendo Amina Lawal, una donna nigeriana condannata a morte per lapidazione nel 2002-2003. Il 28 maggio 2002, si esibì in “It’s a Man’s Man’s World” con Luciano Pavarotti al Pavarotti & Friends for Angola.
All’inizio del 2006, a Brown fu diagnosticato un cancro alla prostata. Nonostante i suoi problemi di salute, continuò a esibirsi, mantenendo la sua reputazione di “uomo più laborioso nello show business”. Nel dicembre 2006, cancellò alcuni concerti a causa di dolori fisici ma riuscì ad esibirsi in un concerto benefico il 21 dicembre. Il 23 dicembre, ricoverato per una grave polmonite all’Emory Crawford Long Hospital, sembrò essersi ripreso ma poi subì un’aritmia cardiaca fatale e morì il 25 dicembre 2006, all’1:45 di notte, all’età di 73 anni.
Dopo la morte di Brown avvenuta il giorno di Natale, si tennero funerali pubblici e privati. Il funerale pubblico ebbe luogo al Apollo Theater di New York il 28 dicembre 2006 e alla James Brown Arena di Augusta, Georgia, il 30 dicembre 2006. Un funerale privato fu tenuto a North
Augusta, in Carolina del Sud, il 29 dicembre 2006, con la partecipazione di familiari e amici intimi di Brown. Tra le numerose celebrità presenti alle cerimonie vi furono Michael Jackson, Jimmy Cliff, Joe Frazier, Buddy Guy, Ice Cube, Ludacris, Dr. Dre, Little Richard, MC Hammer, Prince, Jesse Jackson, Ice-T, Jerry Lee Lewis, Bootsy Collins, LL Cool J, Lil Wayne, Lenny Kravitz, 50 Cent, Stevie Wonder e Don King.
James Brown fu sepolto nella Thomas Family Home Crypt a Beech Island, in Carolina del Sud.
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